La pratica di Gaia De Megni (Santa Margherita Ligure, 1993), giovane artista già protagonista di importanti mostre internazionali e premi, esplora il cinema come strumento di costruzione delle identità sociali. Attraverso un linguaggio che intreccia scultura, video e performance, De Megni rielabora il mito in chiave contemporanea, ponendo l'accento sulla potenza comunicativa delle immagini e decostruendo le narrazioni per svelarne aspetti latenti.
Leitmotiv comprende sette installazioni mixed media inedite, create per questa mostra. Le opere ruotano attorno a un tema centrale: il territorio d'origine dell'artista, una nota località turistica ligure sospesa tra autenticità e narrazione stereotipata. Con un approccio autobiografico, De Megni riflette sulla decostruzione di codici culturali e storici, sfidando l'idea occidentale di storia e memoria come temporalità lineari.
Il luogo di nascita diventa così una mappa mutevole, un paesaggio in continua trasformazione dove realtà e finzione si intrecciano. L'artista utilizza oggetti e materiali eterogenei come costumi di carta, marionette per il teatro delle ombre, disegni su seta e rudimentali macchine di proiezione, che danno vita a una narrazione effimera e frammentaria.
Gli strumenti utilizzati, legati al mondo del cinema e del teatro, diventano dispositivi per attivare il racconto, suggerendo però la possibilità di un fallimento narrativo. In questo contesto, De Megni propone un metodo per esplorare il "non visibile", un territorio che contempla l'errore e sfida le dinamiche dell'ipervisibilità contemporanea.
Leitmotiv si presenta quindi come una colonna sonora muta, evocata tramite sottotitoli in audiodescrizione che suggeriscono suoni, voci e rumori.
Biografia
Gaia De Megni (Santa Margherita Ligure, 1993 – vive tra Roma e Milano) si è diplomata alla NABA di Milano e ha frequentato il Master MAP_PA in Arti performative, organizzato da Palaexpo e dall'Accademia di Belle Arti di Roma.
Il suo lavoro, che spazia tra scultura, video e performance, analizza le possibilità di un'immagine attraverso la frantumazione dell'immaginario occidentale e delle sue rappresentazioni, guardando prevalentemente alle immagini in movimento (archivio cinematografico e digitale) per ritrovare matrici individuali e collettive. Costante è il suo interesse nel trovare un equilibrio tra monumento e movimento, tra solido e liquido.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Tra le personali: Odeon, Sotto Project Room, Galleria Renata Fabbri (Milano, 2023); AFELIO, performance a cura di Xing (Bologna, 2023); Il Mito dell'Eroe, a cura di Hypermaremma (Maremma, 2021); S. Carlo (tutoring di Adrian Paci) presso la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto (Milano, 2019). Tra le collettive: Fumi della Fornace, a cura di Associazione Congerie (Valle Cascia, 2024); THEATER OF DIS-OPERATIONS (Atto I. A Disarmament), a cura di Sa.turn, Galleria ArtNoble (Milano, 2024); Biennale di Malta 2024 (Valletta, 2024); Pini Art Prize, Fondazione Adolfo Pini (Milano, 2023); Ekrani i Artit 2022 (Shkodër, 2022); Blackout, a cura di Ana Dević, Pierre Bal-Blanc, Marco Scotini, Carol Yinghua Lu e Liu Ding (Artribune, 2021); Studio Visit - 30 artists for 30 days, a cura di Adrian Paci presso Fondazione Pini (Milano, 2020); The Wild State presso Kunstuniversität Linz, Ars Electronica Festival 2020 (Linz, 2020); È il Corpo che decide, a cura di Marcello Maloberti e Fondazione Furla, presso il Museo del Novecento (Milano, 2019).
Ha vinto il Premio Città di Monza di Biennale Monza – Giovani (2017), il premio Academy di DUCATO Prize (2019), il Premio Lydia (2019), il Pini Art Prize della Fondazione Pini (2023) ed è stata selezionata tra i nove finalisti del Talent Prize 2021 e del Premio Michetti 2024.
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