Cookie Consent by Free Privacy Policy website The Others Art Fair 2024 ha inizio!
ottobre 31, 2024 - Esh gallery

The Others Art Fair 2024 ha inizio!

In una cultura segnata dal virtuale e dal rapido susseguirsi di nuovi media, che posto diamo alla superficie, espressione stessa di una sostanza fisica? Questa è la domanda che si pone Giuliana Bruno, autrice di Superfici. A proposito di estetica, materialità e media.

Il progetto Tensioni Superficiali cerca di dare risposta con una selezione di opere che con differenti tecniche costituiscono un’ampia indagine sulle possibilità artistiche della resa delle superfici. La superficie è la pelle più esterna della materia, quella che possiamo vedere e toccare, quella che per prima, quasi inconsapevolmente trasmette all’osservatore una moltitudine di sensazioni e messaggi espressivi. Da qui l’idea di tensione nel titolo, quella stessa che si sviluppa tra opera e osservatore, in quella dinamica, mai banale tra contemplazione e invito al tocco.

Tra i diversi materiali presenti in mostra, la ceramica è forse quello che offre più possibilità in questo senso.
Simone Negri nei suoi Accadimenti, attraverso monocotture ad alte temperature ottiene superfici percorse da affascinanti sfumature e crettature di pigmento blu che spingono a riflettere sulla trasformazione indotta dal trascorrere del tempo, tema caro alla filosofia orientale. L’estetica asiatica è manifestata ancora tramite il secolare binomio bianco e blu risalente alla Cina della dinastia Tang, quando si iniziò a utilizzare l’ossido di cobalto per decorare le porcellane.

“L’epidermide” esterna delle sculture di Marta Palmieri è invece sapientemente abrasa per mezzo della spatola e arricchita da sedimentazioni di ossidi metallici in modo da ricordare arcaici reperti riemersi dalla terra, architetture brutaliste del dopoguerra, fino all’Arte Povera degli anni 60′ e 70′.

Il giapponese Kouzo Takeuchi, partendo da perfetti agglomerati di tubi quadrangolari in porcellana fusi in cottura li intacca strategicamente con un martello. L’azione genera superfici rotte, scheggiate e frastagliate che giocano con il tabù del collezionista del pezzo perfetto. Di nuovo la transitorietà è la chiave di questa serie chiamata Modern Remains, rovine contemporanee che spingono a considerare come ciò che ora esiste un giorno andrà irrimediabilmente disfacendosi.

La costruzione della superficie, come elemento definitivo dell’opera stessa, è alla base delle opere di Takeshi Igawa, tra i principali esponenti della lacca contemporanea giapponese. Il processo creativo delle sue opere consiste in un accumulo di strati di lacca rossa o nera stesi con estrema maestria sull’anima dell’opera che in un certo senso si auto plasma in fase di asciugatura. Il risultato è una superfice estremerete sinuosa, dai riflessi inafferrabili, quasi liquida.

News correlate

ottobre 12, 2023

Padiglione 3-Torino Esposizioni, Via Petrarca 39/B – Torino2 – 5 novembre 20232 – 3 novembre ore 15.00 / 21.004 – 5 novembre ore 1...